Le norme italiane sull’eredità impongono la rinuncia totale e non parziale, tutelando gli eredi da debiti e contenziosi. Ecco come agire secondo la legge.
Nel panorama del diritto successorio italiano, una questione ricorrente e fonte di dubbi riguarda la possibilità di rinunciare solo a una parte dell’eredità. Molti eredi, infatti, si trovano a dover scegliere se accettare o meno il patrimonio lasciato da un defunto, soprattutto quando questo comprende non solo beni ma anche debiti. Le norme vigenti chiariscono con precisione come muoversi per evitare contenziosi e garantire una gestione corretta dell’eredità.
Rinuncia parziale all’eredità: cosa prevede la legge
La legge italiana è inequivocabile: non è possibile rinunciare a una parte soltanto dell’eredità. Secondo l’articolo 520 del Codice Civile, la rinuncia deve essere totale e riferita all’intera quota spettante all’erede. Qualsiasi tentativo di rinuncia parziale è considerato nullo e privo di effetti giuridici. Questo principio si basa sulla concezione dell’eredità come un complesso unitario di diritti e obblighi: accettando l’eredità, l’erede subentra in tutti i beni, crediti e debiti del defunto, mentre chi rinuncia ne resta completamente escluso.
L’ordinamento non consente nemmeno un’accettazione parziale, come previsto dall’articolo 45 del Codice Civile, per evitare che un erede scelga solo gli aspetti vantaggiosi, lasciando agli altri coeredi eventuali passività. Tuttavia, chi teme di ereditare debiti o passività può optare per una soluzione intermedia: l’accettazione con beneficio d’inventario. Questa modalità permette di tutelare il proprio patrimonio personale, rispondendo dei debiti ereditari solo entro il valore dei beni ricevuti.

Eredità: si può rinunciare? – Finanzamilano.it
Il diritto di accettare o rinunciare all’eredità non è illimitato nel tempo. Il chiamato all’eredità ha un termine massimo di 10 anni dalla morte del de cuius per esercitare la propria scelta. Trascorso tale termine senza alcuna manifestazione di volontà, si considera che l’erede abbia accettato l’eredità in modo tacito e perde il diritto di rinunciare.
i sono inoltre condizioni formali imprescindibili per rendere valida la rinuncia:
- La dichiarazione di rinuncia deve essere resa davanti a un notaio o a un cancelliere del tribunale;
- La rinuncia deve essere pura e semplice, senza condizioni o termini;
- Non possono rinunciare autonomamente minori, interdetti o inabilitati senza l’autorizzazione del giudice tutelare;
- La rinuncia è nulla se è stata preceduta da un’accettazione espressa o tacita, come ad esempio atti di disposizione dei beni ereditari (vendita, pagamento di debiti, ecc.).
Nel caso in cui un erede accetti l’eredità ma non voglia mantenere una quota specifica, ad esempio quella relativa a un immobile, non è possibile rinunciare solo a quella parte, ma si può procedere con la cessione o la donazione della quota stessa. Tale trasferimento richiede un atto pubblico notarile e l’accettazione formale del cessionario. Se la quota viene venduta a un estraneo, gli altri coeredi hanno diritto di prelazione.

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