Con l’avvicinarsi dell’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2026, si delineano importanti novità in materia di tassazione.
Le misure previste puntano a una significativa riduzione del carico fiscale, ma con effetti differenziati a seconda della fascia di reddito e delle tipologie di reddito percepite.
Vediamo chi sono i reali beneficiari di questi interventi e quali risparmi potranno concretamente registrare nel corso del prossimo anno.
Le principali misure fiscali della Legge di Bilancio 2026
Tra le novità fiscali più rilevanti, spicca il taglio dell’Irpef per il ceto medio, che prevede una riduzione di due punti percentuali per la fascia di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro. Tuttavia, il beneficio massimo si ottiene per redditi a partire da 50.000 euro e si applica fino a un reddito di 200.000 euro, oltre il quale l’effetto viene annullato. In termini concreti, il risparmio annuo può arrivare fino a 440 euro.
Un’altra agevolazione riguarda la tassazione agevolata degli aumenti derivanti dai rinnovi contrattuali, che si applicherà con un’aliquota del 5% sugli incrementi salariali per chi ha un reddito fino a 28.000 euro. Questa misura non è cumulabile con il taglio Irpef e si traduce in un risparmio fiscale fino al 18% sull’aumento di stipendio, equivalente a circa 180 euro su un incremento di 1.200 euro annui.
Tra gli altri interventi di rilievo, si segnala l’innalzamento della soglia di esenzione per i buoni pasto, portata da 8 a 10 euro giornalieri, che potrebbe tradursi in un beneficio esentasse mensile tra i 40 e i 48 euro. Inoltre, la detassazione dei premi di risultato prevede un’aliquota ridotta all’1% su un tetto massimo di 5.000 euro, rispetto al 5% vigente nel 2025 su 3.000 euro. Questo può comportare un risparmio fiscale fino a 560 euro per chi percepisce tali premi.

Tutti i cambiamenti – finanzamilano.it
Infine, la tassazione agevolata per lavoro notturno e festivo applica un’imposta sostitutiva del 15% fino a un massimo di 1.500 euro annui per lavoratori con redditi fino a 40.000 euro. Il risparmio fiscale varia dall’8% all’18% a seconda del reddito e può arrivare fino a 270 euro all’anno.
Chi risparmia di più? Analisi per fasce di reddito
Le misure previste dalla manovra non producono effetti uniformi su tutte le fasce di reddito. Per una valutazione accurata, è utile distinguere tra contribuenti con redditi fino a 28.000 euro, tra 28.000 e 40.000 euro e oltre 40.000 euro fino a 200.000 euro.
Per i redditi fino a 28.000 euro, la combinazione delle agevolazioni – tassazione agevolata sugli aumenti contrattuali, aliquota ridotta sul lavoro notturno e festivo, premi di risultato a imposta minima e incremento della soglia dei buoni pasto – può portare a un risparmio complessivo annuale tra 600 e 800 euro. Questa fascia è quella che beneficia maggiormente, in termini percentuali, della detassazione.
Chi rientra nella fascia tra 28.000 e 40.000 euro può godere di un risparmio più consistente in valore assoluto, che si aggira attorno ai 1.000 euro all’anno. Qui l’effetto del taglio Irpef al ceto medio si aggiunge ai vantaggi già elencati, con un risparmio massimo di circa 240 euro solo per chi si avvicina ai 40.000 euro di reddito. Il risparmio sulla tassazione del lavoro festivo e notturno può arrivare fino a 270 euro, oltre ai premi di risultato agevolati.
Infine, per i redditi oltre i 40.000 euro fino a 200.000 euro, l’impatto più rilevante arriva dal taglio Irpef, che garantisce fino a 440 euro di risparmio annuo. Anche in questa fascia si applicano le agevolazioni sui premi di risultato e la soglia maggiorata dei buoni pasto, portando il risparmio complessivo attorno ai 1.000 euro.
Impatto complessivo e considerazioni finali
Le misure introdotte dalla Legge di Bilancio 2026 rappresentano un significativo intervento di alleggerimento fiscale, in particolare per le fasce di reddito medio-basse e medie. Tuttavia, è importante ricordare che alcuni benefici sono condizionati dalla volontà dei datori di lavoro di riconoscere premi di risultato e rinnovi contrattuali, mentre altri si applicano solo entro determinati limiti di reddito.
L’incremento della soglia di esenzione per i buoni pasto, pur rappresentando un piccolo vantaggio aggiuntivo, contribuisce a migliorare la capacità di spesa netta dei lavoratori. Nel complesso, chi rientra nelle fasce fino a 40.000 euro potrà vedere un miglioramento tangibile della propria situazione fiscale, con risparmi che possono incidere concretamente sul bilancio familiare.

Le novità in materia di tassazione - finanzamilano.it









