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Pensione a 59 anni ma solo per chi ha problemi di salute: l’INPS spiega come averla subito

Nonostante la normativa vigente preveda in generale il requisito anagrafico di 67 anni per il pensionamento, esistono specificheCondizioni di salute e pensionamento anticipato(finanzamilano.it)

Nel panorama previdenziale, la possibilità di andare in pensione anticipata per problemi di salute continua a rappresentare un’opportunità.

Nonostante la normativa vigente preveda in generale il requisito anagrafico di 67 anni per il pensionamento, esistono specifiche eccezioni che consentono di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Questo articolo approfondisce le condizioni sanitarie che legittimano l’accesso alla pensione anticipata, con particolare attenzione a una delle misure più rilevanti per le lavoratrici: Opzione Donna.

Per accedere alla pensione anticipata per problemi di salute, è imprescindibile una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80%. Tale valutazione è effettuata da apposite commissioni mediche dell’INPS, che analizzano con rigore le condizioni del richiedente. Le patologie che maggiormente compromettono la capacità lavorativa e che possono quindi garantire il diritto a un’uscita anticipata includono:

  • diabete mellito;
  • patologie cardiocircolatorie come cardiopatie e pericarditi;
  • obesità;
  • sclerosi multipla;
  • morbo di Parkinson;
  • epilessia;
  • malattie intestinali croniche;
  • AIDS;
  • malattie mentali;
  • artrosi e artrite.

L’INPS, nel suo regolamento sull’accertamento degli stati invalidanti, distingue tra infermità con percentuale fissa di invalidità e quelle graduabili in fasce successive di dieci punti percentuali, in base alla gravità clinica. La valutazione, quindi, è dettagliata e personalizzata.

Inoltre, la possibilità di anticipare il pensionamento non si limita esclusivamente a chi presenta una patologia personale. Un caso emblematico è rappresentato dai caregiver che assistono da almeno sei mesi un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave. Questa estensione, in linea con quanto previsto da Opzione Donna, riconosce il ruolo di assistenza come motivo valido per l’accesso alla pensione anticipata, sottolineando il valore sociale di questa figura.

Opzione Donna: la pensione anticipata per le lavoratrici

Nel 2025, Opzione Donna resta una delle principali vie per la pensione anticipata riservata alle lavoratrici, confermata e aggiornata dalla Legge di Bilancio 2025. Questa misura sperimentale consente alle donne di andare in pensione con requisiti anagrafici e contributivi inferiori rispetto a quelli ordinari, a patto di accettare il ricalcolo dell’assegno pensionistico esclusivamente con il metodo contributivo.

I requisiti attuali prevedono:
– un’anzianità contributiva minima di 35 anni;
– un’età anagrafica di almeno 61 anni, con una riduzione di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due. Di conseguenza, una lavoratrice con due figli può accedere alla pensione a 59 anni.

Oltre a queste condizioni, per beneficiare di Opzione Donna è necessario trovarsi in una delle seguenti situazioni:
– svolgere assistenza continuativa da almeno sei mesi a un familiare con handicap grave, come precedentemente descritto;
– essere riconosciuta invalida civile con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%;
– essere stata licenziata o lavorare in imprese coinvolte in tavoli di crisi aziendale.

È importante sottolineare che i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2024 per le pensioni da erogarsi nel 2025. Inoltre, le lavoratrici dipendenti devono cessare il rapporto di lavoro per accedere alla pensione, mentre le autonome possono continuare la propria attività.

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Decorrenza e modalità di presentazione- finanzamilano.it

La decorrenza di Opzione Donna è soggetta a una finestra mobile: un periodo di attesa che varia da 12 mesi per le dipendenti a 18 mesi per le autonome, fatta eccezione per alcune categorie come il comparto scuola o AFAM che hanno finestre specifiche di accesso. La domanda può essere presentata tramite il portale INPS, contact center o patronati, con l’obbligo di allegare documentazione comprovante il requisito contributivo, l’eventuale invalidità o il ruolo di caregiver.

Il sistema di calcolo contributivo e le implicazioni economiche

Il principale svantaggio di Opzione Donna risiede nel calcolo della pensione basato esclusivamente sul sistema contributivo, che tende a produrre assegni inferiori rispetto al metodo retributivo o misto, soprattutto per chi ha avuto carriere lavorative discontinue o con bassi salari. Questa peculiarità rende necessaria una valutazione attenta e personalizzata prima di optare per questa soluzione, considerando la sostenibilità economica nel lungo termine.

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