Controlli Isee da parte dell’Agenzia delle Entrate, si rischiano sanzioni? E dopo quanto tempo possono intervenire? Per molto tempo l’Isee è stato oggetto di abusi e falsi. Proprio perché si trattava di un’autocertificazione, c’è stato chi se n’è approfittato ricorda laleggepertutti.it. I controlli avvenivano a campione e non potevano coprire tutta la popolazione. Secondo alcune statistiche, oltre il 70% degli Isee presentati dagli italiani aveva almeno un elemento di anomalia. Ragion per cui, qualche anno fa, si è pensato di realizzare un Isee precompilato, almeno in parte, avvalendosi delle banche dati telematiche in dotazione alla pubblica amministrazione. La riforma ha ridotto il problema ma non lo ha eliminato. Ragion per cui, ancor oggi, dinanzi a Isee falsi, c’è chi si chiede: entro quanti anni i controlli Isee possono essere effettuati? Cosa si rischia per una dichiarazione Isee falsa?
È facile intuire che chi falsifica l’Isee non perde solo le agevolazioni, i bonus o i benefici fiscali; viene anche costretto a restituire le somme sottratte allo Stato e può subire una denuncia penale. Ma è anche vero che, una volta superato il termine per gli accertamenti, nessuna conseguenza può scattare per un vecchio Isee falso.
Isee significa Indicatore della situazione economica equivalente ed è lo strumento di valutazione della situazione economica delle famiglie per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, la cui erogazione dipende dalla situazione economica del nucleo familiare del richiedente.
Viene calcolato e reso disponibile dall’Inps previa presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), il documento che contiene le informazioni di natura:
La DSU può essere presentata dal contribuente in modalità:
Dal 2019 il modello DSU viene precompilato da parte dell’Inps, in cooperazione con l’Agenzia delle Entrate.
L’Isee misura il reddito e il patrimonio non del singolo contribuente ma dell’intero nucleo familiare a cui questi appartiene. Pertanto, ad esempio, una persona disoccupata che vive insieme ad altri familiari titolari di reddito, non può ottenere i benefici spesso collegati a un Isee basso.
Il nucleo familiare è costituito dai soggetti che compongono la famiglia anagrafica alla data di presentazione della DSU.
Per determinare l’appartenenza al nucleo familiare, la legge prevede che:
L’Isee si compone di due sezioni:
L’indicatore della situazione reddituale (Isr) si determina con la somma dei redditi di ogni componente il nucleo familiare, al netto di spese e franchigie, dalla quale sono ulteriormente detratte le spese o le franchigie relative al nucleo familiare medesimo.
I redditi da considerare, per ciascun componente, si riferiscono al secondo anno solare precedente la presentazione della Dsu. Vi rientrano, ad esempio: reddito Irpef; redditi esenti o sottoposti a imposta sostitutiva o ritenuta d’acconto a titolo di imposta; assegni per il mantenimento dei figli; trattamenti previdenziali e assistenziali esenti da Irpef; ecc.
L’indicatore della situazione patrimoniale è costituito dalla somma, per ciascun componente del nucleo familiare:
Ad effettuare i controlli Isee è normalmente l’Agenzia delle Entrate anche tramite la Guardia di Finanza. In particolare l’ufficio territoriale delle imposte effettua dei controlli automatici tramite software che si collegano alle banche dati della pubblica amministrazione come l’Anagrafe tributaria, l’Anagrafe dei conti correnti, i registri immobiliari, il Pra, ecc.
Se l’Agenzia delle Entrate si accorge di anomalie, omissioni, difformità e falsità nell’Isee, ne informa l’Inps.
Nulla esclude che i controlli possano però partire anche da altre amministrazioni come l’Inps, il Comune, la Regione a seconda dell’ente che fornisce le erogazioni socio-assistenziali basate appunto sull’Isee.
Esistono due tipi di controlli sull’Isee (o meglio sulla Dsu presentata dal contribuente, in base alla quale viene poi rilasciato l’Isee):
Nel caso in cui la pubblica amministrazione dovesse accorgersi dell’Isee falso, per il responsabile scatterà:
Ai fini della verifica delle erogazioni socio-assistenziali concesse, i controlli Isee possono intervenire entro 5 anni a partire dal 31 dicembre dell’anno in cui la Dsu (ossia la dichiarazione sostitutiva unica) è stata presentata.
Tuttavia, il termine per la denuncia penale è più lungo: la contestazione del reato di truffa ai danni dell’Inps, per l’erogazione di erogazioni pubbliche, è di 7 anni (termine che può aumentare fino a un quarto in presenza di atti interruttivi come il rinvio a giudizio).
In base a quanto abbiamo appena detto, ai fini della restituzione delle somme percepite, il termine dei controlli è di 5 anni mentre ai fini del processo penale il termine è di 7 anni. Questo significa che l’eventuale controllo positivo, che rilevi una falsità nell’Isee, potrà far scattare una richiesta di restituzione degli importi dei soli ultimi 5 anni, calcolati però a partire dal 31 dicembre dell’anno in cui la dichiarazione è stata presentata.
Fonte ultimenews24.it
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