Curiosità

Che cosa abbiamo imparato delle crisi finanziarie

«Prima di iniziare a operare sui mercati è necessario raccogliere informazioni, studiare. Non siamo al casinò, si tratta operazioni volatili, dove si può guadagnare ma anche perdere tutto in un attimo e la volatilità è pericolosa per chi non ha competenza». È questo il monito di Peter Tuchman, noto trader professionista che da anni opera al New York Stock Exchange, intervenuto al recente TOL Summit. Tuchman – collegato direttamente dal celebre “floor” della Borsa di New York – ha infatti posto l’attenzione sull’importanza dell’educazione finanziaria, proprio l’obiettivo alla base dell’evento annuale organizzato da Borsa Italiana.

Ma lo speech del trader newyorkese – che ha dialogato con Nicolas Bertrand, Head of Derivatives and Commodities di Borsa Italiana – è stata anche l’occasione per ripercorrere il recente passato finanziario, caratterizzato da crisi cicliche, ognuna delle quali è stata l’occasione per apprendere un’importante lezione. «La prima crisi con cui mi sono dovuto confrontare come professionista è stata quella del 1987 – ricorda Tuchman –. Fu una situazione molto complessa e subito dopo ci siamo resi conto che era necessario un cambiamento: ridurre l’indebitamento era indispensabile, così come controllare meglio il mercato e introdurre più tecnologia, perché l’elemento umano all’epoca rappresentava un problema».

L’incubo mutui subprime

Venendo a tempi più recenti, il 2007 è stata la volta della grande crisi dei mutui subprime, partita dagli Stati Uniti e causata dalla disinvoltura con cui negli anni gli istituti di credito hanno concesso prestiti a persone che poi non hanno potuto ripagare il debito accumulato. «Ho visto cambiare la situazione ancora una volta – ha sottolineato Tuchman –. Non ho mai assistito a un crollo di quella portata. Mutui impacchettati e rivenduti ad altri come se fossero buoni prodotti, ma che in realtà al loro interno contenevano qualcosa senza valore. Questo ha scatenato una valanga che ha richiesto 9 anni per essere superata, grazie soprattutto a una politica di stimoli pensati per salvare grandi aziende e banche, qualcosa di mai fatto prima». Una crisi che ha portato a diversi fallimenti – il più celebre dei quali è quello della banca d’affari Lehman Brothers – e acquisizioni, ma anche a un cambiamento del quadro normativo. «È mutato il rapporto tra la Federal Reserve e la comunità economica mondiale – ha aggiunto Tuchman –. Sono state introdotte regole più rigide perché la nostra economia era fragile e quello che è accadeva dietro le quinte andava necessariamente regolamentato».».

La pandemia di Covid-19

Giusto il tempo di superare la tensione tra Stati Uniti e Cina, dovuta alla decisione dell’allora presidente Donald Trump di imporre dazi sui prodotti importati, che il 2020 si è aperto con la crisi che ancora oggi stiamo cercando di lasciarci faticosamente alle spalle. «Prima del febbraio 2020 tutti gli indici del mondo aveva toccato livelli record, i consumi erano al top e anche il tasso di occupazione era tra i più elevati di sempre – ha spiegato Tuchman –. All’improvviso, nell’arco di sole sei settimane, a causa della pandemia di Covid-19, è precipitato tutto. Ogni giorno i mercati crollavano di diversi punti percentuali e non eravamo nemmeno sicuri di sopravvivere come individui, come comunità. Non eravamo preparanti, non esistevano manuali per fronteggiare una crisi di questo tipo».

Oggi, un anno e mezzo dopo quei tragici mesi, gli indici sono tornati a correre e hanno raggiunto livelli in certi casi superiori a quelli pre-pandemia. «La ragione fondamentale è che i governi hanno immesso sul mercato una enorme quantità di denaro per sostenere l’economia, circa 3 trillioni di dollari provenienti da Fed e Bce – ha concluso Tuchman –. Questo ha provocato anche un grande afflusso di giovani investitori e trader, soprattutto grazie alla democratizzazione della comunità finanziaria. Oggi chiunque abbia un telefonino e 100 dollari può diventare investitore. E questo, come dicevamo all’inizio, porta con sé anche enormi problemi di educazione finanziaria. Un aspetto sul quale mi sto concentrando molto in questa fase della mia vita».

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