Il bonus acqua potabile è un incentivo promosso dal governo italiano già con la legge di Bilancio 2021 e rinnovato per le spese del 2022 e del 2023: l’obiettivo è ridurre l’impiego di plastica e lo spreco di acqua. L’uso della plastica per le bottiglie di acqua ha infatti pesanti conseguenze sull’ambiente, sia direttamente, con la maggiore quantità di plastica che finisce pattumiera, sia indirettamente, a causa dell’impatto ambientale dei trasporti e degli stoccaggi delle confezioni.
In pratica è previsto un credito d’imposta per chi installa un impianto domestico o aziendale per il miglioramento della qualità dell’acqua potabile, in modo da potere bere direttamente l’acqua del rubinetto, senza doverla acquistare altrove. Il risparmio in termini di plastica è potenzialmente ingente: il PET compone circa quattro quinti delle bottiglie d’acqua confezionate vendute in Italia e quindi veicola circa 10,6 miliardi di litri d’acqua ogni anno nel Bel Paese, secondo i dati del Rapporto AcquaItalia di Beverfood.com. Miliardi di bottiglie che costituiscono una porzione importante dei rifiuti in plastica delle famiglie e delle imprese. Il rapporto 2021 sui rifiuti dell’Ispra calcola, soltanto nella raccolta differenziata, una quantità complessiva nazionale di plastica di 200.548 tonnellate il cui costo di raccolta è di 47 milioni circa, ma il cui costo ambientale e complessivo è assai superiore.
Il bonus acqua potabile copre “l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E290, per il miglioramento qualitativo delle acque destinate al consumo umano erogate da acquedotti”. L’obiettivo è razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica.
Il depuratore casalingo o aziendale può ottenere un credito di imposta del 50% per spese fino a 1000 euro per le persone fisiche o a 5.000 euro per gli altri soggetti (esercenti attività d’impresa, arti e professioni, enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore ed enti religiosi civilmente riconosciuti). In altre parole le persone fisiche potrebbero ottenere un vantaggio fiscale fino a 500 euro e gli altri soggetti fino a 2.500 euro.
Le risorse complessive appostate dallo Stato per il bonus sono però limitate: 5 milioni di euro nel 2021 e nel 2022 e 1,5 milioni di euro per il 2023. Per questo motivo l’Agenzia delle entrate ha ricalcolato al 31 marzo 2022 al 30,3745% la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile dai beneficiari. Si tratta di un dato ottenuto dividendo le effettive richieste (€ 16.461.141) per le risorse appostate in bilancio (€ 5.000.000).
Il bonus può essere utilizzato tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.
Il meccanismo di richiesta del bonus acqua potabile prevede una segnalazione specifica dell’ammontare delle spese agevolabili all’Agenzia delle Entrate. L’utente deve, in particolare, accedere alla propria area riservata, quindi alla sezione servizi, quindi alla categoria agevolazioni: qui troverà la voce credito d’imposta per il miglioramento dell’acqua potabile. L’alternativa è inviare una comunicazione predisposta in un file conforme alle specifiche tecniche presenti nella scheda informativa.
Il periodo della segnalazione è inoltre vincolato in quanto cade tra il 1° e il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui è stato sostenuto il costo.
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